lunedì 14 marzo 2011

Intervista ad Emilio Bartezzaghi, Politecnico di Milano

Aprirsi agli altri. Confrontarsi, anche con esperienze internazionali, per crescere. Avere il coraggio di sviluppare le proprie idee e le proprie competenze, credendoci fino in fondo.
Questo il senso di Lifeability,  il concorso del Lions Club Milano Cinque Giornate, rivolto ai giovani ai quali si chiedono idee e progetti per rendere migliore la citta'. In palio vi sono 5mila euro e uno stage in un'azienda creativa che potrebbe trasformarsi in un'importante opportunita' di lavoro.
Ma non c'e' solo questo: Lifeability puo' aiutare a stimolare la capacita' creativa e inventiva di molti giovani, come ritengono diversi esperti che fanno parte della giuria del premio. 
Questo e' il pensiero, ad esempio, di Emilio Bartezzaghi, professore di gestione aziendale del Politecnico di Milano e membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Politecnico. “Chi si occupa come me di insegnamento e di ricerca conosce e sperimenta continuamente le capacità di molti giovani – spiega il docente -. Nelle attività di ricerca questo è molto evidente. Ma lo è anche nella generazione di idee su come utilizzare i risultati della ricerca e su come impiegare le nuove tecnologie per creare nuovi prodotti e servizi”.
Il Politecnico di Milano, ad esempio, ha attivato un “acceleratore d’impresa”, che è l'incubatore di start-up tecnologiche gestito dalla Fondazione Politecnico ed ha avviato diverse iniziative che contano partecipazione e validità delle proposte.
“In questo quadro – prosegue lo studioso -, il concorso Lifebility è importante perché rappresenta una novita' volta a stimolare i giovani a produrre idee progettuali su come utilizzare le tecnologie per innovare e migliorare le condizioni divita nelle nostre città e i servizi pubblici e privati. Queste sono priorità rilevanti per una città come Milano, soprattutto nella prospettiva di Expo 2015”. Bisogna pero' spronare i giovani a partecipare.
  “Certamente – aggiunge Bartezzaghi – a questo proposito vorrei ricordare ai giovani la profonda gratificazione che si prova nel vedere realizzata una propria idea, nel constatarne i risultati concreti, nel ricevere gli apprezzamenti dagli altri. È un tipo di soddisfazione che conoscono i ricercatori, gli inventori, gli imprenditori, prima e aldilà della remunerazione  economica”.
Si', ma come si arriva da un'idea a un progetto? “E' necessario – ammonisce il docente - saper coltivare la passione per un’idea, impegnarsi nella ricerca delrisultato, sviluppare la capacità di iniziativa e l’orientamento all’azione. La partecipazione al concorso stimola tutti questi elementi e per questo è unascuola di vita.
Un ulteriore elemento è che il concorso è dedicato alle innovazioni per il sociale. In tal caso, la soddisfazione per la realizzazione di una propria idea è ancora maggiore, in quanto essa contribuisce a risolvere un problema di altre persone meno avvantaggiate o a migliorare le condizioni di vita delle persone e della comunità”.
E nella vita, come si devono comportare i giovani, al di la' del concorso? “Sintetizzo il mio pensiero con tre concetti: conoscenza, competenza, apertura – conclude il professore -. Si tratta non solo di essere informati, ma  anche di interpretare, approfondire, comprendere. Poi bisogna sviluppare un campo, un settore in cui far crescere le proprie competenze, il proprio sapere e saper fare. Conoscenza e sviluppo delle competenze, tuttavia, possono realizzarsisolo grazie all’apertura verso gli altri, verso il contesto in cui si opera, superando la chiusura in piccoli o grandi gruppi, dominati da un pensiero omogeneo.
È necessario aprirsi verso le esperienze internazionali, non per fuggire dal proprio ambiente, ma per tornarvi con maggiore consapevolezza ecapacità propositiva”.
Ferdinando Baron

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