venerdì 25 marzo 2011

Intervista alla dott.ssa Marcella Mezzina di Tecnologie Sanitarie


Oggi parliamo con la dott.ssa Mezzina di Tecnologie Sanitarie, sponsor tecnologico del premio Lifebility Award.

Buongiorno dott.ssa, può descriverci più in dettaglio di cosa si occupa la sua azienda?

Tecnologie Sanitarie si occupa di Ingegneria Clinica, ovvero della gestione efficace e sicura delle apparecchiature elettromedicali ubicate all’interno di Aziende Ospedaliere pubbliche e private. Per garantire ciò Tecnologie Sanitarie realizza, all’interno di ciascuna Azienda Ospedaliera, un laboratorio completo di tutti gli strumenti necessari, nel quale opera in pianta stabile un’equipe di tecnici esperti, un Ingegnere Responsabile del Servizio e personale amministrativo. Inoltre presso le sedi di Milano e Roma dispone di uno staff di esperti in grado di supportare l’attività delle commesse per attività di consulenza, gestione della qualità, aspetti normativi, ambientali,…

Che ruolo ricopre lei all’interno dell’azienda?

Io sono il Responsabile di Area per il Nord-Ovest. Ho il compito di supportare il personale presente all’interno di ciascuna commessa dell’area a me assegnata, supervisionare e controllare le attività svolte, provvedere al reperimento di tutte le risorse necessarie.

Può spiegarci perché avete deciso di aderire all’iniziativa?

Quando il Dr. Taranto mi ha descritto l’iniziativa ne sono stata affascinata immediatamente e me ne sono fatta portavoce in Azienda. Ovviamente l’idea di partecipare è stata subito accolta con entusiasmo. Ci è sembrata una bellissima iniziativa, che può aiutare giovani meritevoli e volonterosi a entrare nel mondo del lavoro e la società in cui viviamo con idee innovative e di elevato impatto sociale.

Che cosa comporta dal suo punto di vista essere sponsor?

Tecnologie Sanitarie offrirà uno stage al vincitore del Bando nella sezione definita “Bioingegneria”. Io ho il piacere di partecipare alla giuria di valutazione dei progetti. Al momento ho iniziato a valutarne alcuni e devo dire che sono davvero tutti molto interessanti e ben articolati. Spero che molti di questi progetti e i giovani che li hanno realizzati abbiano la visibilità che meritano. Sono davvero positivamente impressionata da tutti, e soprattutto dalla quantità di idee nuove possano scaturire da un’iniziativa come questa. Le idee ci sono e sono tante, persone in gamba anche, manca solo un’opportunità, qualcuno che li ascolti e le recepisca. Chissà che per qualcuno di questi giovani, questa iniziativa non rappresenti ciò.

Può dirci come si pone la sua azienda, più in generale, nei confronti dei giovani?

Le do un paio numeri, che credo parlino da soli: il 30% dei laureati presenti in azienda ha meno di 30, l’età media è 35 anni. Il più “anziano” non arriva a 50 anni.
I giovani hanno idee brillanti, voglia di dimostrare la loro bravura e mettersi in gioco, entusiasmo, voglia di aggiornarsi, passione. Avere giovani all’interno dell’Azienda è per noi un valore aggiunto, crediamo nella meritocrazia e riteniamo giusto dare loro la possibilità di crescere all’interno dell’Azienda dopo che hanno imparato e dimostrato il loro valore. Ovviamente è fondamentale anche l’esperienza e per questo i giovani vengono inseriti in team omogenei, con figure di varia anzianità ed esperienza, e affiancati sempre, da risorse più esperte.

E dell’innovazione?

Ogni giorno ci troviamo a lavorare con tecnologie nuove, che spostano di continuo le frontiere dell’attività clinica. L’Ingegneria Clinica stessa è una disciplina relativamente nuova. Quando mi sono iscritta all’università io, nel 1995, ancora non esistevano in Italia laureati in Ingegneria Biomedica, il primo risale al 1999. All’epoca per fare l’Ingegnere Clinico bisognava iscriversi a Ingegnerai Meccanica o Elettronica.
L’innovazione fa parte del nostro lavoro quotidiano. Il nostro Ufficio Tecnico è poi particolarmente attento a analizzare tutte le nuove metodiche e strumenti che possano essere applicate al nostro lavoro, al fine di essere sempre al passo con i tempi e offrire sempre nuovi servizi alle Aziende Ospedaliere.

Quali benefici pensa che trarrete dall’iniziativa Lifebility Award?

Io personalmente uscirò arricchita da questa esperienza, Tecnologie Sanitarie avrà la possibilità di conoscere meglio il giovane vincitore della sezione Bioingegneria e poi speriamo che voglia proseguire un percorso con noi.

Ultima domanda: perché, a suo parere, un’azienda dovrebbe decidere di sponsorizzare il premio?
Perché i giovani sono il nostro futuro e l’innovazione il futuro delle Aziende. Inoltre questi sono tutti progetti che hanno un forte impatto sociale.

La ringraziamo molto per il tempo che ci ha dedicato e per l’entusiasmo nella partecipazione.
Le auguriamo buon lavoro!

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